Molliche d'Ascolto
Un percorso a puntate per trovare un modo personale di avvicinarsi all'ascolto della musica senza distinzione di generi.
"Pavane pour une infante défunte" di Maurice Ravel. Numero 174.

«Sento che la musica deve toccare le emozioni prima, e l'intelletto poi.» (Maurice Ravel)
"Oppenheimer", la colonna sonora di Ludwig Göransson. Numero 173.

"Impiego molto tempo in ogni progetto. Mi piace essere completamente affascinato dal lavoro che faccio. Prendo una cosa alla volta e mi ci butto completamente. Così imparo sempre cose nuove, come compositore e come persona". (Ludwig Göransson)
"Nonsense Madrigals" di György Ligeti. Numero 172.

"In generale le mie opere abbondano di immagini, associazioni visive, associazioni di colori, effetti ottici e forme. Sono incline alla percezione sinestetica. Associo i suoni ai colori e alle forme. Come Rimbaud sento che tutte le lettere hanno un colore". (György Ligeti)
"Carmina Burana" di Carl Orff. Numero 171.

"La musica di Orff coinvolge tutti i sensi. Non è solo musica, ma è anche danza. Non è solo melodia, ma anche timbro. Non è solo canto ma anche scena e teatro. E' musica nel senso di "musa" che unisce tutte le arti come originariamente concepita dagli antichi greci". (Hans Mayer, sociologo e letterato).
"Sinfonia di Salmi" di Igor Stravinskij. Numero 170.

"Il senso profondo della musica ed il suo fine essenziale, è quello di promuovere una comunione, un'unione dell'uomo con il suo prossimo e con l'Essere". (Igor Stravinskij)
"Adagio for Strings" di Samuel Barber. Numero 169.

"Quando scrivo una sonata o un concerto astratto per pianoforte, scrivo quello che sento. Credo che questo richieda un certo coraggio". (Samuel Barber)
"Bring the Boys back Home" di Roger Waters. Numero 168.

"Voglio essere nella trincea della vita. Non voglio essere al quartier generale, non voglio stare seduto in un albergo da qualche parte a guardare il mondo che cambia. Voglio cambiarlo io". (Roger Waters)
"Automatic for the People" dei R.E.M. Numero 167.

"Quando il giorno è lungo e la notte, la notte è solo tua. Quando credi di averne abbastanza di questa vita, resisti, non lasciarti andare. Tutti piangono e, a volte, tutti soffrono". (Everybody hurts)
"Romeo e Giulietta" di Tchaikovsky. Numero 166.

"Il comporre perde totalmente il carattere di lavoro, diventando pura beatitudine". (Pëtr Il'ič Tchaikovsky)
Primo movimento della "Quarta Sinfonia" di Johannes Brahms. Numero 165.

"Se non possiamo comporre con la stessa bellezza di Mozart cerchiamo almeno di eguagliarlo nella purezza". (Johannes Brahms)
Che differenza c'è tra il Blues e il Jazz? Numero 164.

"Il blues è per il jazz ciò che il lievito è per il pane. Senza di esso è piatto" (Carmen McRae)
"Also sprach Zarathustra" di Richard Strauss. Numero 163.

"Posso non essere un compositore di prima classe, ma sono di certo un compositore di seconda categoria di prima classe". (Richard Strauss)
"Valzer n. 2" di Dmitrij Šostakovič. Numero 162.

"Quali possono essere le emozioni umane? Sicuramente non solo lirismo, tristezza e tragedia. Anche la risata non ha forse diritto a questo titolo elevato? Voglio lottare per il legittimo diritto alla risata nella musica "seria". (Dmitrij Šostakovič)
"Addio di Wotan", e non solo, da "La Valchiria" di Wagner. Numero 161.

"Wagner è L'artista moderno per eccellenza, il Cagliostro della modernità" (Giuseppe Sinopoli)
Tra Wagner e i Pink Floyd. Numero 160.

"Avevamo pubblicato il disco che più aveva venduto al mondo........fu difficile trovare gli stimoli per andare avanti, fu un periodo di grande confusione". (David Gilmour)
"In The Court Of The Crimson King" dei King Crimson. Numero 159.

"La musica è la coppa che contiene il vino del silenzio. Il suono è quella tazza, ma vuota. Il rumore è quella tazza, ma rotta". (Robert Fripp)
Duke Ellington e la Jazz Big Band. Numero 158.

"Tutti i musicisti dovrebbero un giorno riunirsi, mettersi in ginocchio e dirti grazie" (Miles Davis)
"Troisième Leçon de Ténèbres" di Francois Couperin. Numero 157.

"Forse non c'è opera, in tutta la musica francese del XVIII secolo, che possa toccare l'ascoltatore come le Leçons de Ténèbres di Couperin". (René Jacobs)
"Ouverture" e finale del "Don Giovanni" di Mozart. Numero 156.

"La grandezza del Don Giovanni" sta proprio nella miracolosa coesistenza di comico e tragico. Lasciatevi sfuggire la misura sovraumana del dramma e non avrete capito niente. Ma lasciatevi sfuggire la comicità della sua natura formale, e non avrete capito niente lo stesso" (Massimo Mila)
Sinfonia n.2 "Resurrezione" di Gustav Mahler. Numero 155.

Nel 1904, in riferimento a un'esecuzione trionfale della Seconda diretta da Mahler, il compositore Ernest Bloch scrisse: "Non dimenticherò l'atteggiamento del pubblico alla fine del concerto. Non discuteva, non teorizzava, non sezionava. No, aveva appena vissuto la vita, le sue gioie, le pene, i dolori e le speranze".
"Sinfonia dal Nuovo Mondo" di Antonín Dvořák. Numero 154.

"E' lo spirito delle melodie nere e degli indiani d'America che mi sono sforzato di ricreare nella mia nuova sinfonia. Ho semplicemente scritto dei temi caratteristici incorporando in essi le qualità della musica indiana" (Antonín Dvořák)
"Life on Mars?" di David Bowie. Numero 153.

"Sono convinto da sempre che sia l'unione tra l'opera d'arte e chi ne fruisce a dar vita all'arte stessa e a completarla. Non hai un'opera d'arte finita se non c'è qualcuno che ne fruisce guardandola o ascoltandola". (David Bowie)
"Norwegian Wood", da "Rubber Soul" dei "Beatles". Numero 152.

"Eravamo aperti a tutto quando George ci fece vedere il sitar. Puoi entrare in studio anche con un elefante a patto che riesca a produrre una nota. Qualsiasi cosa poteva funzionare." (Ringo Starr)
"God Only Knows" da "Pet Sounds" dei Beach Boys. Numero 151.

"Sgt, Pepper's Lonely Hearts Club Band" fu un tentativo di eguagliare "Pet Sounds". (George Martin)
Considerazioni sulla musica leggera italiana. Numero 150.

"Parlare di musica significa assumersi delle responsabilità. Allora si preferisce soffermarsi sugli elementi di contorno. Si passa per menti elette e si fa più bella figura." (Igor Stravinskij)
"Ständchen", una serenata tra Schubert e Liszt. Numero 149.

"Nessuno sente il dolore di un altro, nessuno capisce la gioia di un altro. Le persone immaginano di potersi raggiungere l'un l'altro. In realtà si passano solo accanto." (Franz Schubert)
Un "Adagio" tra Telemann e De André. Numero 148.

Una melodia meravigliosa che ha attraversato i secoli.
"Chi suona gli strumenti deve essere esperto nel canto" (Georg Philipp Telemann)
"The Concert in Central Park", di Paul Simon & Art Garfunkel. Numero 147.

"Non ho idea da dove sia venuta. È arrivata all’improvviso. Un attimo prima non c’era e il minuto successivo tutta la melodia era li. È stato uno dei momenti più scioccanti in tutta la mia carriera di songwriter". (Paul Simon parlando di "Bridge Over Troubled Water")
"We Get Requests" di "Oscar Peterson Trio". Numero 146.

Il suggerimento di un ascolto natalizio per un disco che non è stato assolutamente concepito per il Natale. Un album di jazz classico tutto da godere che è un'enciclopedia dello swing, ed un esempio di come si possa suonare musica di classe solleticando i gusti di un vasto pubblico.
Sinfonia da "La Forza del Destino" di Giuseppe Verdi. Numero 145.

"Se verrà un giorno in cui non si parlerà più né di melodia, né di armonia, né di scuole tedesche, italiane, né di passato, né di avvenire, allora forse comincerà il regno dell'arte". (Giuseppe Verdi)
"Time Out" di "Dave Brubeck Quartet". Numero 144.

"Ero in Turchia e, a piedi, mi dirigevo a una stazione radio in cui dovevo essere intervistato. Mi imbattei in un gruppo di musicisti di strada che suonavano un brano in 9 movimenti ma non suddiviso in 3+3+3, come di consueto, bensì in 2+2+2+3. Così mi dissi che, al ritorno a casa, avrei provato a scrivere un pezzo basandomi su quel ritmo". (Dave Brubeck)
"Turandot" di Giacomo Puccini. Un capolavoro senza finale? Seconda parte. Numero 143.

"L'ispirazione è un risveglio, una fuga da tutte le facoltà umane, e si manifesta in ogni grande conquista artistica". (Giacomo Puccini)
"Turandot" di Giacomo Puccini. Un capolavoro senza finale? Prima parte. Numero 142.

Il finale di questo capolavoro pucciniano è forse il quinto enigma ed è ancora senza una soluzione definitiva.
"Quadri di un'esposizione", tra Musorgskij, Ravel e Emerson Lake & Palmer. Seconda parte. Numero 141.

"La mia musica deve essere una riproduzione artistica del linguaggio umano in tutte le sue migliori sfumature. Cioè i suoni del linguaggio umano devono diventare musica vera e accurata". (Modest Musorgskij)
"Quadri di un'esposizione", tra Musorgskij, Ravel e Emerson Lake & Palmer. Prima parte. Numero 140.

Un viaggio nel tempo di cento anni, in tre tappe, per una delle composizioni tra le più rielaborate di tutta la Storia della Musica.
"Les Miserables", il musical che ha stupito il mondo. Numero 139.

"La suprema felicità della vita è la constatazione d'essere amato, e amato per se stesso; anzi, diciamo meglio, malgrado se stesso." (Victor Hugo- Les Misereables)
"Mica Van Gogh", e altre storie, di Caparezza. Numero 138.

"Non è la droga a darmi la pelle d'oca ma, pensare a Mozart che ha in mano la penna d'oca, là, sullo scrittoio a disegnare quella nota, fa, la storia, senza disco, né video, né social." (Caparezza -"China Town")
"Rimmel" di Francesco De Gregori. Numero 137.

"Il problema è che quando riarrangio le vecchie canzoni mi fucilano. La gente vuole sentirle così come le ha trovate trent'anni fa sul disco. Invece le canzoni appartengono a tutti, anche a chi le ha scritte". (Francesco De Gregori).
"Nuages" di Claude Debussy. Numero 136.

"I suoni rispondono ai colori, i colori ai profumi. Profumi freschi come la pelle d'un bambino, vellutati come l'oboe e verdi come i prati".
( Charles Baudelaire - "Corrispondenze")
Nino Rota, il sorriso melanconico della musica. Numero 135.

"Io penso nei film di fare musica non cinematografica, che non commenti pedissequamente l'azione dei film. Penso sempre di fare una musica che sia a sé stante, che si affianchi ai film, non che si sottometta" (Nino Rota)